Dormire bene è fondamentale per il nostro organismo e lo è ancora di più riuscire a riposarsi. Nonostante quello che si può pensare, durante le ore di sonno il cervello non si spegne mai e, anzi, elabora le esperienze vissute durante la giornata. Questa attività può essere più o meno intensa e, talvolta, può portare alcuni soggetti a parlare nel sonno. Si tratta di un fenomeno del tutto naturale e che è il frutto e manifestazione di quello che la mente sta “processando”: ecco quali sono gli elementi che possono incidere sul fenomeno ed eventuali rimedi.
In termini medici, parlare nel sonno si può tradurre con il termine sonniloquio. Da uno studio condotto da Focus, è emerso che circa all’80% dei ragazzi/e di età inferiore ai 18 è capitato di parlare nel sonno almeno una volta nella loro vita.
Le cause di questo fenomeno non sono univoche, ma dipendono da numerosi fattori quali il livello di stress accumulato, la presenza di un’infezione che può portare alla febbre alta e, una piccola porzione di predisposizione genetica. Peraltro, il sonniloquio può verificarsi sia nella fase di sonno profondo (detta di No-Rem) sia in quella meno intensa (REM). Solitamente, le parole meglio articolate e i discorsi più facilmente comprensibili, vengono pronunciati durante la fase Rem. Anche se parlare nel sonno non viene considerata una malattia, tuttavia – qualora dovesse presentarsi in maniera evidente solo in età adulta – potrebbe costituire, nei casi più estremi, un primo campanello d’allarme di eventuali malattie di natura neurologica.
Da molteplici studi scientifici è emerso che a soffrirne maggiormente sono i bambini: infatti i più piccoli, non avendo ancora sviluppato a pieno le proprie capacità di coordinamento cerebrale, incorrono più di frequente in questo fenomeno. Inoltre per loro tutto viene vissuto con grande entusiasmo e vivacità, due elementi che sicuramente favoriscono il sonniloquio.
Il fenomeno si verifica anche tra gli adulti in conseguenza a periodi particolarmente stressanti oppure a seguito dell’assunzione di sostanze eccitanti o stupefacenti, farmaci, alcool.
Uno studio condotto da un gruppo di neuroscienziati francesi, i cui risultati sono stati pubblicati dal centro accademico Sleep, ha sottolineato come le frasi pronunciate da chi parla nel sonno non siano casuali. Al contrario è emerso come i soggetti che soffrono di sonniloquio, articolano parole di senso compiuto poiché si trovano in una situazione in cui immaginano di avere di fronte una persona con la quale cercano di interagire.
Durante la ricerca sono stati analizzati 232 volontari affetti da vari disturbi del sonno che hanno acconsentito di farsi riprendere mentre dormivano per due notti. Al termine delle nottate, i risultati della polisonnografia hanno registrato 883 discorsi totali, all’interno dei quali il 59% erano emissioni vocali non verbali a fronte di 3349 vocaboli chiari e comprensibili. La parola più pronunciata? “No”. Gli uomini, inoltre, sembrano parlare di più rispetto alle donne e usano un tono di voce che è risultato piuttosto aggressivo.
Il sonniloquio può manifestarsi in maniera lieve, quando capita per una delle cause viste in precedenza (stress, febbre, assunzione di cibi e bevande eccitanti), oppure con maggiore frequenza e in modo più evidente quando i soggetti parlano nel sonno tutte le notti.
Ecco quindi qualche consiglio pratico che ti permetterà di ridurre le chiacchierate notturne, soprattutto a beneficio del coniuge o dei familiari che condividono la stanza:
Se si avesse invece la necessità di trattare casi più gravi di sonniloquio, il consiglio è quello di rivolgersi ad esperti, medici o psicologi del sonno. Esistono infatti strutture, chiamate Centri del Sonno, specializzate in tutti i disturbi del sonno e che potrebbero proporre al paziente una polisonnografia, ovvero un test assolutamente non invasivo che ha il compito di monitorare alcuni parametri fisiologici mentre si sta dormendo.
In generale, a prescindere che si decida di rivolgersi ad uno specialista del sonno o meno, è opportuno attuare piccolo gesti quotidiani che, se svolti con regolarità, potranno aiutare il sistema nervoso a ritrovare uno stato di equilibrio e di benessere. In particolare:
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