LIBRI PRIMA DI DORMIRE: L’UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO

Ottobre 31, 2019 | Sleep & Customer Satisfaction
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STORIE DELLA BUONANOTTE: L’UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO

Alla fine di una lunga giornata lavorativa, sia il nostro corpo che la nostra mente hanno necessità di rilassarsi per potersi non solo preparare correttamente alle ore di sonno, ma anche per godersi il meritato riposo. Leggere prima di dormire è un’attività che, a differenzadella televisione o dello smartphone ha rivolti positivi sulla mente e, di conseguenza anche sul corpo.

COSA LEGGERE PRIMA DI DORMIRE

Leggere prima di dormire fa bene alla salute, e diversi studi scientifici lo confermano. Innanzitutto, affidarsi ad un buon libro può aiutare ad alleviare lo stress e diminuire la tensione della giornata scolastica o lavorativa appena trascorsa. Esistono però libri più adatti di altri e che possono conciliare il sonno, lasciando spazio alle riflessioni.

Inoltre, il momento della lettura prima di andare a letto può trasformarsi in un momento di inaspettata convivialità nella quale tutta la famiglia si riunisce in salotto e legge alcune pagine del proprio libro della buonanotte. Fantasy, romantico o saggi: non è importante quale sia la tipologia letteraria prediletta, in quanto è fondamentale riuscire a ritagliarsi qualche momento, al termine del giorno, per rilassarsi e godere del piacere della lettura.

Tra i libri che possono essere scelti c’è senz’altro “L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami, sia per la sua trama singolare sia per importanti analogie con il mondo dei sogni.

INFORMAZIONI SULL’AUTORE

Haruki Murakami, comunemente noto semplicemente come Murakami, è tra gli scrittori giapponesi di maggiore successo in Occidente, al momento. La sua attività di scrittore comincia a 29 anni, dopo quella di traduttore di numerosi autori americani come Raymond Carver, Truman Capote e Francis Scott Fitzgerald e J.D. Salinger, che hanno indirizzato il suo gusto verso minimalismo e realismo.

Semplice, diretto, naturale: Murakami è conosciuto per essere il più occidentale degli scrittori giapponesi, ma non per le storie che racconta, non per la vita dei suoi personaggi, che, anzi, condensano in sé molta più cultura giapponese rispetto a quelli di altri scrittori contemporanei, quanto per lo stile. La sua capacità di soppesare con estrema eleganza e leggerezza le parole, di non eccedere mai, di riuscire ad arrivare al lettore in maniera diretta e unica, caratterizza il suo stile inimitabile.

Il successo arriva con la pubblicazione del terzo romanzo: Norwegian wood, che prende il nome dal titolo di una canzone dei Beatles, in un solo anno (1987-1988) vendette due milioni di copie. Con Dance, dance, dance del 1988 recupera personaggi dei primi racconti e si indirizza verso uno stile surreale: ma il suo successo non ne risente. Negli anni successivi, fra i suoi libri di maggior pregio, L’uccello che girava le viti del mondo, ritenuto una delle opere più intense e riuscite.

LA TRAMA

Il protagonista Okada Toru, un disoccupato, vive a Tokyo con la moglie Kumiko e conduce una vita tranquilla. L’equilibrio viene sconvolto da una telefonata sensuale di una sconosciuta, dalla scomparsa del suo gatto, a cui Kumiko è molto affezionata, all’incontro con May e Kano Malta, fino alla scoperta del pozzo nella “casa degli impiccati”, che diventa il tramite tra il mondo reale e il mondo parallelo, onirico.

Tutti questi eventi, uniti a personaggi dai profili psicologici inusuali si uniscono in una trama fatta di sottili rimandi, riflessioni interiori, pensieri profondi e la ricerca del sé. Così come noi siamo costantemente alla ricerca di noi stessi nei sogni e negli incubi e siamo convinti di conoscerci a fondo, così il protagonista cerca sé stesso e la moglie – che pensava di conoscere -che invece lo abbandona.

Murakami crea una trama a contrasti, sviluppando la storia in circa 800 pagine: descrivendo, riflettendo intensamente e anche dilungandosi, mai a sproposito, realizza un viaggio letterario interiore ed individuale.

Il percorso è composto da ricordi, sogni, vita reale e scene di vita quotidiana – comuni – descritte minuziosamente. L’insieme di queste pagine, che a tratti trasmettono un senso di caos e incertezza interpretativa, celano in realtà la bellezza della sua scrittura, ricca e intrisa di significato. Murakami è l’arte di raccontare l’umanità, con semplicità ed eleganza: vive dentro i suoi libri come in un sogno costruito con pagine e inchiostro.

PERCHÉ LEGGERE L’UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO

Le motivazioni che possono indurre a scegliere questo libro rispetto ad altre sono numerose ed alcune di esse, di natura personale; ecco qualche suggerimento:

  • È un libro che può essere letto e riletto: una delle caratteristiche di questo autore è proprio la capacità di poterlo riscoprire anche a distanza di anni. Come accade per la gran parte della narrativa giapponese, è quasi impossibile poter cogliere tutte le sottili implicazioni ad una prima lettura: proprio per questo “L’uccello che girava le viti del mondo” può essere riletto, anche a distanza di anni, senza annoiare mai.
  • Ambientazione onirica: Murkami ha la capacità di calare il lettore in ambienti magici, in cui il confine tra il sogno e la realtà è talmente labile da scomparire a tratti. Forse per comprendere il messaggio nascosto bisogna seguire quanto afferma l’autore “bisogna usare l’immaginazione per rompere le catene”.
  • Affascinante metafora del pozzo: fin dalle prime pagine, viene introdotta nella narrazione la metafora del pozzo come simbolo dell’introspezione di ciascuno di noi e del protagonista stesso.

 

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